MILANO La macchina
che fabbrica i bitcoin, la nuova moneta virtuale che fa paura alle
banche e dilaga nel mondo, è grande più o meno come un elenco del
telefono e sta nello sgabuzzino delle scope negli uffici di
Assodigitale, associazione che si occupa di digital media (nella
foto). Il direttore Michele Ficara ha voluto provare di persona
l'esperienza del “miner”, in gergo il proprietario del computer
che connettendosi alla rete mondiale dei server produce il bitcoin:
lo ha comprato su internet in Cina pagandolo 1 bitcoin e 45, circa
700 euro. «Ci è arrivata in cinque giorni, l'abbiamo installata in
un'ora. Fra due e tre mesi sarà già obsoleta». Per questo suo
“contributo” il miner riceverà una commissione, a seconda della
potenza di calcolo che mette a disposizione, nel caso di Ficara 15
euro al giorno, in bitcoin naturalmente.
Nel mondo astruso
delle criptomonete (oltre al bitcoin ma ce ne sono altre 25) noi
siamo gli ultimi arrivati. «In Italia ci saranno 5000 persone che
usano i bitcoin - dice Ficara - molti di meno i miner. E i primi sono
stati lungimiranti: ci saranno una cinquantina di persone che ora
hanno un patrimonio di 100 milioni in bitcoin”. Moltiplicato per
450 euro, fate voi il calcolo. In giro per il mondo si parla di
milioni di miner, di 80mila transazioni al giorno, per un gruzzolo di
12 milioni di bitcoin (47 miliardi di dollari) in circolazione.
Ma chi c'è dietro e
qual è il vantaggio di utilizzare questa nuova valuta? Restano i
dubbi sui suoi inventori, anonimi, così come sul suo utilizzo poco
trasparente. E il crack recente di MtGox, uno dei 10 exchange, ossia
cambiavalute, più grossi, ha alimentato i sospetti su possibili
infiltrazioni. «Bisogna informarsi bene sulla Rete - dice fiducioso
Ficara - MtGox ti valutava mille dollari un bitcoin, più del doppio
degli altri cambiavalute, è chiaro che dietro c'era qualcosa,
riciclaggio o non so. Ma la differenza con quello che succede nelle
banche è che ogni transazione in bitcoin è tracciabile, tutte le
operazioni sono visibili da tutti, anche se non ci sono nomi ma
codici. Proprio seguendo le enormi transazioni in bitcoin l'Fbi ha
potuto arrestare Charlie Shrem, vice presidente della Bitcoin
Foundation, per traffico di droga».
I vantaggi per gli
utenti: zero o quasi spese di conto corrente, zero spese per fare
bonifici in tempo reale, zero spese per inviare soldi all'estero,
zero costi per gli esercenti a differenza delle carte di credito,
conti non pignorabili. Ovvia la diffidenza delle banche, meno
scontata quella dei governi. La Banca d'Italia sta studiando il
fenomeno, Chebanca sta valutando se aprire conti in bitcoin. Intanto
fiorisce il business legato al nuovo conio. Tra gli ultimi, due
ragazzi smanettoni di Bergamo che per le transazioni utilizzano
Postpay.
Non tutti i governi
sono diffidenti: in Islanda, uscita dalle secche del default, il 25
marzo il governo regalerà a tutti i 330,000 cittadini 10 euro in
aurora, nuova moneta virtuale nazionale. Un'idea per Renzi.
Perchè li ha scelti
il ristoratore
Andrea Fraccaro,
gestore del ristorante Sticaus di Milano, ha messo in bella vista il
cartello “si accettano bitcoin”. «Appena messa in rete la mia
disponibilità mi è subito arrivato un cliente americano» racconta.
La ragione della sua scelta: «Marketing, attira un certo tipo di
clientela perchè è un po' uno status symbol e poi, rispetto alla
carta di credito, l'azzeramento dei costi di commissione». Finora,
in un mese, si sono presentati in 5. Il meccanismo? «Semplicissimo,
si paga grazie ad un codice col telefonino». P.R.
Cos'è, come
funziona, dove si usa
Nato nel 2009 è una
moneta elettronica creata da un team anonimo conosciuto con lo
pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Il bitcoin è generato da un
protocollo peer-to-peer, collegato a una rete di computer (miner)
tramite un software dedicato. Non c'è quindi una banca centrale. Ora
vale 450 euro, ma ha raggiunto anche i mille euro, mentre alla sua
nascita valeva 47 dollari. Tutti i dati si trovano su
http://blockchain.info/it e www.bitcoin-italia.org . Una decina i
cambiavalute più importanti tra cui Bitstamp, BTC-E, Coinbase. Per
conoscere chi accetta i bitcoin si può consultare la mappa
Coinmap.org.
©Riproduzione riservata
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Pubblicato il 14/03/2014 su Metro
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