domenica 8 marzo 2015

L'8 marzo non mi piace ma serve


L'8 marzo non è una giornata che mi entusiasma, anche se penso che sia comunque utile. Oggi farò outing. Nella mia famiglia, con madre casalinga, nessuno ha mai dubitato che noi figlie femmine dovessimo farci strada nel mondo del lavoro. Quando mi sono sposata, già piuttosto stagionata, mia madre non mi ha detto: “Finalmente” ma: “Sei sicura?". Non so cucinare, sono una frana nelle attività domestiche, non avendo figli non mi sono nemmeno dovuta esercitare nella cura della prole. Con l'uomo che divide la vita con me non si è mai posto un problema di ruoli, se no probabilmente ne avrei scelto un altro,  tutti facciamo tutto e siccome lui cucina meglio di me, cucina lui, e anche la spesa meglio se la fa lui. Non sono quindi una superdonna, sono molto imperfetta e atipica.  Sul lavoro diciamo che non credo di essere stata drammaticamente ostacolata dal mio sesso, non ho mai sentito un peso schiacicante del pregiudizio: ho incontrato un sacco di stronzi che mi hanno messo i bastoni tra le ruote e forse come pretesto hanno usato anche un becero maschilismo, ma ho incontrato anche belle persone maschi e femmine che mi hanno insegnato tante cose, come dicono gli americani mi hanno ispirata.  Devo essere stata molto fortunata.  

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