Il miracolo italiano
Piccola tardiva riflessione sul 2 giugno. Per una qualche forma di contraddizione della storia da sempre la festa della Repubblica è associata alle parate: fanfare, carri armati, bersaglieri che corrono (che comunque mi commuovono sempre, chissà perché). E a chi non piacciono le parate, come a me, istintivamente non piace la festa del 2 giugno. È abbastanza sorprendente, anche se comprensibile (la parata sancisce la dichiarazione di fedeltà delle forze armate al nuovo ordinamento dello Stato) che proprio una rivista militare serva a celebrare un miracolo avvenuto poche volte nella storia: il passaggio da un ordinamento ad un altro, dalla monarchia alla repubblica, senza versare una goccia di sangue, ma solo grazie all’esercizio democratico del suffragio universale. Il 2 e 3 giugno gli italiani votarono per il referendum, come d’abitudine secondo il costume nazionale si spaccarono in due, ma comunque vinsero i favorevoli alla repubblica, 12.718.641 voti contro 10.718.502 e una decina di giorni dopo i Savoia fecero le valigie e se andarono. Certo, molto, moltissimo sangue era già stato versato negli anni precedenti. Ma resta il fatto di come i giganti padri fondatori di allora furono capaci di transitarci da un sistema all’altro e di un’Italia capace di rigenerarsi attraverso un atto fondativo, simbolico e anche bello.©Riproduzione riservata
Pubblicato su Metro il 3 giugno 2014
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