mercoledì 7 novembre 2012

La lezione di Toro Seduto


L'irriducibile capo indiano Toro Seduto, prima di essere ucciso a sangue freddo durante l’ennesimo arresto, si concesse una pausa di mondanità  nel Wild West Show di Buffalo Bill. La vera attrazione era lui, temutissimo guerriero accessibile nell’habitat addomesticato del circo.  Richiamava folle gigantesche e guadagnava bei soldi. La maggior parte li regalava ai bambini bianchi, stracciati e poveri, che lo inseguivano. «Non capisco come gli uomini bianchi possano essere così incuranti dei loro poveri - diceva - gli uomini bianchi sanno fare tutte le cose, ma poi non sanno distribuirle».
 
Poco è cambiato da allora, 1885: percorrendo le immense periferie americane o le praterie più remote, lontano dai mall delle grandi città, è più facile imbattersi in scene di povertà che di ricchezza e consumismo. Concentrando lo sguardo sulle ombre dell'american way of life, sfibrato dalla crisi, la domanda di Sitting Bull sta ancora tutta lì. Tra un Obama tacciato di socialismo perchè vuole mantenere la spesa sociale, ma non troppo, e un Mitt Romney che serenamente dice che del 47% di poveri non gliene frega nulla. In mezzo ci sono 45 milioni di americani che ufficialmente vivono sotto la soglia di povertà, il 15% della popolazione, che mangiano grazie a buoni pasto statali, (che Romney vuole togliere), che non hanno accesso all’assistenza sanitaria e ad un’istruzione decente. Molti obesi e malati grazie al consumismo cheap che rende disponibile solo cibo spazzatura. 
Una popolazione pari a quella della Spagna, invisibile anche nell’urna elettorale, perché non vota. A cui noi europei dovremmo invece guardare bene, mentre il diktat del pareggio di bilancio allontana il modello europeo di welfare e indica la strada dello stato leggero, sempre più leggero. All’americana.
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Pubblicato su Metro il 5 novembre 2012