mercoledì 5 giugno 2013

TOGLIERE LA CHIAVE ALLA FERRARI DI GRILLO


Breve premessa. Il mio giornale non percepisce finanziamenti pubblici. Vive di sola pubblicità e quindi, agli occhi dei puri, al soldo dei padroni. Difficile dire quali: gli inserzionisti sono tali e tanti che il possibile conflitto di interesse è a somma zero e accontentarli tutti onestamente impossibile. In effetti vorrei guadagnare di più, ma non mi definirei una poveraccia pagata pochi spiccioli e quindi ricattabile.
 Ecco, ora vorrei esprimere un’opinione mia e soltanto mia sul Grillo degli ultimi giorni. A me ricorda uno che si sia trovato al volante di una Ferrari avendo  guidato prima solo 500 e abbia deciso di fermarla andando a sbattere contro un muro. Il Grillo sempre più irascibile e sulfureo, quasi sofferente, sembra voler mascherare la fatica di gestire il formidabile successo elettorale, forse sottovalutato in tutto il suo carico di responsabilità. Delegare in questi casi aiuta, ma il comico non si fida dei suoi inesperti e volenterosi cittadini. E forse non si fida nemmeno di sé stesso, perché tra l’improvvisare comizi e destreggiarsi nelle istituzioni c’è ancora qualche differenza. Allora meglio mandare all’aria tutto, mantenendo intatta l’illibatezza. E il marchio. Ma avvelenando i pozzi prima. Così ogni giorno viene prospettato il nostro lugubre futuro: se il M5S prenderà tutto forse ci salveremo, altrimenti scoppierà la rivolta di piazza, arriveranno i forconi, la primavera araba, evocata dal comico anche in un’intervista su questo giornale. E a qualche sprovveduto o disperato o malintenzionato potrebbe  persino sembrare una forma di legittimazione. Cambia poco se qualche grillino ora va in tivù, svolta resa necessaria per temporeggiare sul malcontento interno, ma senza avere nulla di nuovo da dire.
Peccato. In ogni caso per fermare la Ferrari in corsa suggerisco un sistema meno cruento: togliere la chiave. E magari darla a qualcun altro.