Per noi figli di nessuno vedere come
i padri illustri per troppo amore inguaino i figli e alla fine anche se stessi
fa male al cuore.
Nel caso di Lupi fa specie, proprio lui che si è più
volte vantato di venire dal nulla, figlio di operai, fattosi tutto da solo
imboccando giovanissimo con brillante intuito l’autostrada per la gloria
targata cielle. Poi però core de papà ti frega: il piccolo Lupi pare uno
studente brillante, che certamente potrebbe meritarsi ottimi lavori, ma Lupi
padre non si fida e, a quanto si sa senza commettere alcun illecito, promuove
il cucciolo presso conoscenti che hanno il difetto di lavorare nel mondo delle
infrastrutture e degli appalti pubblici, cioè quello di cui lui è il massimo
referente politico.
Anche per Antonio Acerbo, ex vicecommissario Expo indagato
per le vie d’acqua e ora per padiglione Italia, la preoccupazione maggiore era
sistemare il figlio sempre nell’ambito delle conoscenze di papà, ossia presso
una delle appaltanti di Expo.
Il più celebre e conclamato caso di
autolesionismo paterno fu quello di Umberto Bossi che spinse l’immeritevole
figlio Trota fino all’inverosimile, con inevitabile e rovinosa caduta di
entrambi.
Nell’Italia paladina della famiglia tradizionale, solo quella,
perchè tutti gli altri modelli sono immorali, ha grande successo il familismo
amorale, neologismo felice che descrive quella tendenza a subordinare tutto al
bene dei propri cari, un bene privato superiore al bene pubblico e tale da
giustificare ogni compromesso morale. La famiglia innanzitutto. Ma solo la mia.
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