domenica 19 novembre 2017

La geopolitica del gabinetto



Nel 2011 Anita Narre, gettato uno sguardo alla casa dell’uomo che aveva appena sposato, nel villaggio di Jeetudhana, in India, girò i tacchi e se ne andò giurando che non ci avrebbe più messo piede finchè il marito non l’avesse dotata di un bagno. Anita è diventata un’eroina nazionale, omaggiata anche dal primo ministro di allora. Oggi lei, che ha ottenuto il suo wc, dice che la sua battaglia è stata vana e nel villaggio il posto dove fare i bisogni resta la foresta. Anita non è sola: ad agosto  una donna dell’ Uttar Pradesh che ha ottenuto il divorzio perchè il marito non voleva il gabinetto.  

La storia di Anita è ora diventata un film, “Toilet. A Love Story”, prodotto e interpretato  dalla star di Bollywood Akshay Kumar che lunedì sul Guardian, presentando il World Toilet Day, la giornata mondiale del wc voluta dall’ Onu che cade il 19 novembre, ha raccontato perchè si è gettato a capofitto nel progetto. Non solo fiction ma un atto di denuncia per un problema igienico di portata mondiale, particolarmente sentito in India dove 564 milioni di persone non hanno un posto dove fare i loro bisogni.  Il presidente Modi ne ha fatto uno degli obiettivi della nazione, enunciato nel suo primo discorso pubblico: entro il 2 ottobre  2019 tutti gli indiani dovranno andare al gabinetto e non nel bosco, investimento 29 miliardi di dollari. E squadre governative vanno in giro a convincere la gente che la “open defecation” diffonde batteri e malattie fatali soprattutto per i bambini. Ed è pericolosa per le donne e questo spiega perchè sono loro a ribellarsi: nei campi dove si appartano sono vittime di violenze e aggressioni sessuali: pochi mesi fa due ragazze sono state stuprate e uccise.