Folla di mototaxi di diversi operatori a Jakarta. Foto Paola Rizzi |
Makassar, capitale di Sulawesi, remota isola indonesiana, uno dei porti più importanti del sud est asiatico, un milione e mezzo di abitanti e il solito traffico bestiale delle città orientali. Alla richiesta di un taxi per andare alla stazione degli autobus la receptionist dell’albergo suggerisce di chiamare Uber perché risparmiamo il 40%. Ci pensa lei smanettando sullo smartphone. Arriva un auto privata con un autista di poche parole e un baule piene di cose sue, ma tutto procede bene. Qualche giorno dopo alla stessa impiegata, ormai navigati, chiediamo direttamente di prenotarci Uber per andare all’aeroporto. “No, per l’aeroporto conviene Grab” e di nuovo si china sullo smartphone. Questa volta il driver è gentilissimo, anche se la pulizia dell’auto lascia un po’ a desiderare.
Foto Paola Rizzi |
Ci spostiamo a Jakarta, 10 milioni di abitanti: il traffico è infernale, le distanze siderali, circa 5 milioni e mezzo i veicoli circolanti, quasi tutti privati e un sistema di trasporto pubblico complessivamente irrilevante. La soluzione? Il tradizionale mototaxi asiatico, l’ojek, capace di sfrecciare tra le auto in coda ma aggiornato all’epoca delle app: ai semafori folle di motociclisti con i loro passeggeri sul sellino si disputano centimetri di asfalto, ciascuno con la pettorina e il casco della compagnia di riferimento, Uber e Grab, ma il vero colpo d’occhio è dato dai caschi verdi dei drivers di Go-Jek. Per ora la compagnia è attiva solo in Indonesia, a differenza di Uber che opera a livello globale, e di Grab, azienda di hail-riding di base a Singapore ed diffusa nel Sud Est Asiatico. Ma Go-Jek è stata inserita quest’anno dalla rivista Fortune’s al 17esimo posto nella lista delle 56 compagnie destinate a “cambiare” il mondo, dietro Vodafone e tre posizioni sopra Enel, ed è l’unica azienda indonesiana nell’elenco dei cosiddetti “unicorn”, le start up valutate al di sopra del miliardo di dollari.
Mentre in Europa siamo nel pieno della discussione pro o contro Uber e la compagnia californiana vive tempi duri, dopo il ritiro della licenza decretato pochi giorni fa dall’autorità dei trasporti di Londra per ragioni di sicurezza, c’è un’altra parte di mondo dove Uber suona già come qualcosa di arcaico rispetto ai nuovi rampanti competitors agevolati da mercati ancora selvaggi.