Il nuovo vessillo dei paladini della famiglia modello
Family day sono i pannolini Huggies. La Huggies, gigante del settore, ha
mandato in onda nelle settimane scorse uno spot che quando l’ho visto ho
pensato fosse uno spezzone di una qualche trasmissione degli anni ’50, tanto
era vintage il messaggio e pure la messa in scena, low profile, perfidamente
cheap e volutamente pop. Per vendere due modelli diversi di pannolini, per
maschio e per femmina (la pipì esce da due posti diversi) hanno
ambientato un quadretto familiare che rimarca “le differenze”: due lattanti
avviati al loro destino, lei unenne che già culla una bambolotto mentre
lui sogna di fare l’aviatore, lei che nella vita si farà inseguire e lui che la
rincorrerà, lei che pensa a farsi bella per lui e lui al calcio. Una cosa
tristissima, brutta prima ancora che discutibile per la carrettata di stereotipi
concentrati in così pochi secondi di pubblicità regresso. Persino
l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria ha criticato lo spot e su
change.org gira una petizione per il ritiro della reclame.
Qui però si
annida il demonio, secondo quella vasta comunità che è scesa in piazza nel
Family day e che è insorta contro la cosiddetta “teoria del gender”,
un'etichetta inventata dai conservatori per bollare ogni tentativo di
contenere l’uso di stereotipi di genere nell’educazione dei bambini, letto
dagli irriducibili come criminale azzeramento delle differenze sessuali ed
esplicito condizionamento ad una vita dissoluta e immorale dei nostri cuccioli.
Gli estremismi non vanno mai bene da nessuna parte, ma la critica a
questo spot ha poco a che vedere con un'inesistente teoria del gender e
nulla con la negazione persino delle differenze biologiche, come mi è capitato
di leggere su un blog integralista. Anche perchè la biologia non c’entra nulla.
Le differenze sono una cosa buona e la teoria della differenza ha
permeato decenni di cultura femminista, che non è il caso di scomodare in
questo caso, salvo per ricordare che le differenze di genere, sacrosante, sono
una cosa diversa dai ruoli imposti da un'organizzazione sociale o da un credo
religioso.
Resta semplicemente un dato di fatto: secondo i creativi della
Huggies lei passerà la vita a rompersi i coglioni per farsi bella per lui e per
accudire bambini, mentre lui se la spasserà e farà un sacco di cose fighe e
interessanti, con tanti saluti ad @astrosamantha e compagnia. E questo non è
francamente accettabile.
©Riproduzione riservata
pubblicato su Metro il 22 giugno 2015