martedì 2 luglio 2013

L'ideologia della flessibilità


Mi ha molto colpito la scarsa risonanza di un interessante articolo scritto da  Elsa Fornero il 5 giugno  sul Wall Street Journal, all'indomani dell'uscita dell'Italia dalla procedura Ue di infrazione. Un articolo che voleva sancire l'efficacia delle riforme  che portano il nome dell'ex ministro, ma che sorprendentemente diceva anche il contrario. Illuminante questo passaggio: “The  subsequent labor-market reform was structural in nature e was introduced at the stringent request of the Eu, international insitutions and of financial markets. Ideally it would have been schedued during times of economic expansion rather recession ”.  In pratica non sta accadendo nulla che non fosse ampiamente prevedibile.  Molti economisti ormai smontano il perverso legame tra ideologia della flessibilità e mercato del lavoro.  A contestare l'idea che i nostri problemi nascano da un'eccessiva rigidità del mercato del lavoro anche il docente della Bocconi Carlo Devillanova, che ho intervistato su Metro, nella quale lancia anche un allarme sui rischi etici e geopolitici di un'economia  come la nostra che si avvia ad essere basata sui bassi salari e sull'export. 

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lunedì 1 luglio 2013

Crisi dell'euro: letteratura batte economia

Che cosa ne sarà dell'euro? Ma soprattutto cosa ne sarà dell'Europa? A queste domande non riescono a dare una risposta nè gli economisti, nè tanto meno i politici. I primi sono alle prese con i conti che non tornano e gli altri non sanno come uscire dalla grande narrazione dell'austerity che avrebbe risolto i nostri problemi e invece li ha solo peggiorati. Petros Markaris, intellettuale e scrittore greco, collaboratore di Anghelopulos, da tempo nella sua serie di polizieschi racconta l'attualità della Grecia sfiancata dalla crisi e nell'ultima si immagina ciò che economisti e governi non vogliono nemmeno sentir nominare, ma di cui tutti i cittadini parlano: l'uscita dall'euro. L'ho intervistato su  Metro