Il Feroce Saladino |
Le orde barbariche dell’Isis sono pronte a varcare il Mediterraneo e
abbeverare i loro pick-up nei distributori del Raccordo anulare. Non si
sa ancora con quali mezzi avverrà l’invasione ma potrebbero mescolarsi
alle centinaia di migliaia di migranti che per lo più vengono ad
annegare davanti alle nostre coste.
Se questo è il quadro, sta diventando senso comune che bombardare la
Libia sarebbe una soluzione. Non mi arruolo tra gli esperti di
geopolitica dell’ultima ora, osservo solo che l’avevamo già bombardata.
Mi interessa di più la festosa disinvoltura con cui ora trattiamo
immigrazione e terrorismo con gli stessi arnesi semantici. Ho sentito un
fior di commentatore sostenere che le onlus non si possono occupare
degli immigrati, primo perché facilmente infiltrabili, vedi Mafia
Capitale, secondo perché impreparate a distinguere i terroristi dai
poveracci. Come se finora, dall’11 settembre fino a Copenhagen, non
avessimo capito due cose: che i terroristi o arrivano “da noi” in
business class in tutta comodità, oppure non ne hanno bisogno perché
sono già “qui”, sono i nostri vicini di casa, G2 o G3, magari un po’
sbandati e perciò facilmente manipolabili.
A buon senso verrebbe da dire che puntare sull’inclusione e
l’integrazione - piuttosto che alimentare il binomio musulmano
–straniero anche di ventesima generazione uguale pericolo potenziale
-potrebbe sottrarre cervelli deboli dalla radicalizzazione identitaria.
Troppo “buonista” in un momento in cui a molti prudono le mani. Ma
tornando all’emergenza immigrazione sovrapposta al pericolo terrorismo,
se proprio si volesse separare il grano dal loglio, sembra difficile
poterlo fare in mezzo al mare mentre la gente sta affogando. Se non
ricordo male era D’Alema che diceva che sarebbe stato più conveniente,
anche economicamente, istituire un regolare servizio di traghetti tra le
coste del Nordafrica e l’Italia con biglietti a prezzo politico, in
modo da controllare alla fonte chi parte e sparigliare le carte ai
trafficanti di uomini.
Si chiama governare i problemi prima che ci crollino addosso, sono
decenni che si dice e non si fa, ere geologiche in cui l’Europa, non
solo l’Italia, ha rinunciato ad occuparsi di un'emergenza sociale che la
riguarda, lasciando il campo ad altre agenzie più efficienti, i
criminali. Se la tesi è che la situazione attuale è figlia di un eccesso
di buonismo, è vero il contrario: è cattivista e soprattutto
inefficiente ignorare il problema dei flussi migratori fino a che non
entrano nelle nostre acque territoriali. E sarebbe almeno pragmatico se
un fronte unico dei volenterosi si costituisse non per gettare bombe,
ma per sottrarre milioni di uomini a trafficanti, scafisti, e jiahdisti à
la page.
©Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento