
«La svolta è stata nel 2003 con il
rapimento di 32 europei nel Maghreb -spiega Napoleoni - che ha fruttato 5
milioni e mezzo di euro». Per l’Italia il clou arriva nel 2004 con il
rapimento in Iraq delle due Simone, cooperanti della onlus un Ponte per. E nel
2014 l’Italia avrebbe pagato “una frazione di Pil”, secondo la battuta di
un funzionario, per liberare le due cooperanti Greta e Vanessa rapite in Siria.
In entrambi i casi Napoleoni mette in luce l’incompetenza e l’improvvisazione
con la quale i soggetti si sono mossi in territori pericolosi, dato che
accomuna anche molti dei giornalisti vittime di sequestri, come James Foley poi
decapitato e John Cantlie, utilizzato dall'Isis in video di propaganda.
«La maggior parte erano free lance, velleitari e senza coperture, perché i
giornali non rischiano più mandando i loro inviati».
C’è poi il caso Somalia, stato
fallito dopo il tentativo naufragato di esportarvi la democrazia: «Le
milizie si sono prima finanziate con la pirateria, poi si sono riciclate
nel traffico di migranti, meno redditizio ma meno costoso».
Non mancano i paradossi: partire dal
porto libico di Sirte, quando era controllata dall’Isis, era per i migranti più
caro ma più sicuro, i jihadisti imponevano un tetto di 120 migranti per barca
per massimizzare i profitti. Strazianti le testimonianze raccolte da Napoleoni
delle vittime della tratta, tenute loro stesse in ostaggio dalle bande, le
famiglie costrette a pagare i riscatti, poi vendute più volte prima di poter
salire sui barconi, con una resa per ogni “migrante" di migliaia di
dollari. La differenza con gli ostaggi occidentali è che in questo caso
non entrano gioco i negoziatori, pubblici e privati, una nuova professione in
grande sviluppo.
La via d’uscita? «Smettere di
pagare i riscatti e chiudere le frontiere. Quando Merkel le ha aperte avrebbe
dovuto fare i ponti aerei, così ci hanno guadagnato i trafficanti.
È realismo. L’unica possibilità è che Putin e Trump facciano un accordo
per pacificare il Medio Oriente».
©Riproduzione riservata
Pubblicato su Metro il 23 gennaio 2017
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