Le volontarie alla stazione Centrale. Foto dal gruppo Facebook Profughi Milano |
Sono migliaia questi
italiani. Certo, secondo la contabilità cara ai cattivisti, meno di quelli che
restano a casa o perché non possono aiutare o perché se ne lavano le mani, ma
molti di più di quelli che sbraitano o che si presentano con poche
e anacronistiche bandiere a protestare.
Nei giorni in cui il mezzanino
della stazione Centrale era affollato di profughi e qualcuno preoccupato più
della prossima scadenza elettorale che del decoro, gridava allo scandalo e
all’indecenza, si sono visti tanti cittadini e viaggiatori che non solo non
facevano “il giro largo”, ma al contrario sceglievano proprio di passare in
mezzo al bivacco, si fermavano per chiedere e per capire qualcosa di più, di
persona.
In effetti poi a voler ben
vedere di Italie ce ne sono almeno tre, perché c’è quella delle istituzioni,
del Governo, tutti i Governi, nazionali e mettiamoci dentro anche gli organismi
sovranazionali, che da anni sembrano tutti sempre colti di sorpresa ad
ogni ondata migratoria. Quelli che l’emergenza poi di rimpallo in rimpallo
finisce sempre più in basso, sul collo dei Comuni e da lì poi ancora più giù
nelle mani dei volontari, delle associazioni, delle onlus, della Croce Rossa,
di Tizio, Caio e Sempronio. Dei cittadini volenterosi. Buonisti, secondo gli
speculatori della paura. In realtà, valutandone semplicemente i
risultati, cittadini armati di pragmatismo, certo sì, solidale, ma
che alla fine mettono una pezza alle falle del sistema. E meno male che ci sono
loro. Poi magari quando passa il momento dell’emergenza arrivano quelli di
Mafia Capitale a fare affari, ma questa è un’altra storia e un’altra Italia
ancora. Oggi lo spettacolo è un altro, ed è bello: godiamocelo.
©Riproduzione riservata
Pubblicato su Metro il 15 giugno 2015
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